domenica 27 gennaio 2013

la città dalle 1000 finestre

Abbiamo deciso di visitare l’Albania perché è una meta ancora poco sfruttata  turisticamente, benché abbia delle splendide spiagge e un mare trasparentissimo, in più noi non amiamo i villaggi turistici, ecco perché abbiamo scelto questa insolita meta, in ogni caso immagino che con gli anni in molti scopriranno questa terra e la loro calorosa gente.
Così oltre a trascorrere alcune giornate al mare abbiamo deciso di visitare anche Berat, una cittadina situata nel centro del paese. Sapevamo essere una città tutelata dall’Unesco,  diventata nel 1961 una città museo, perché possiede un patrimonio culturale di notevole importanza, risalente agli inizi dell’anno 1000, soprattutto per gli evidenti resti della dominazione ottomana, quindi una tappa qui era quasi d’obbligo, tra l’altro Berat è anche stata nel 1944 la capitale dell’Albania.

Siamo arrivati in questa città, percorrendo strade abbastanza dissestate, dove abbiamo incontrato sul nostro tragitto sia carretti trainati da cavalli, sia numerosi camion. Sul percorso c’era anche una casa particolarissima, che è stata fatta come una vera e propria nave, vi erano anche i classici colori delle navi e l’acqua che usciva, purtroppo eravamo in moto e non ci siamo fermati, quindi non abbiamo avuto modo di fotografarla, ma non avevo mai visto nulla di simile.
Una volta arrivati in città, ci siamo recati nel centro e abbiamo iniziato a cercare un campeggio per la notte e per mettere tutte le nostre cose. Dato che non lo trovavamo, abbiamo visto la polizia locale e così abbiamo provato a chiedere informazioni a loro.

Erano in tre in macchina (2 uomini e 1 donna), dopo la nostra richiesta si sono un po’ consultati tra di loro e ci hanno risposto “Seguiteci! Vi accompagniamo noi”.

Così fiduciosi  e anche un po’ sbalorditi da tutta questa gentilezza, saliamo in moto e li seguiamo, vediamo che girano in un isolato contromano e dopo poco si sono fermati davanti ad un giardino, qui sono scesi e ci hanno detto: “Mettetevi pure qui. Il luogo è tranquillo e poi noi passiamo anche di notte per controllare che sia tutto a posto. Non vi succederà nulla!!”.

Io gli ho subito detto che volevo farmi una doccia e qui non c’erano i servizi, così loro molto gentilmente ci hanno suggerito di utilizzare i servizi del vicino hotel a 4 stelle Tomori.
Ovviamente non ci sembrava il caso di mettere la tenda in un giardino pubblico,  e di chiedere all’hotel di farci fare la doccia, così semplicemente abbiamo rifiutato e siamo andati a cercare un hotel per la notte.  Quando glielo abbiamo detto, sembravano anche dispiaciuti per il fatto che noi abbiamo declinato la loro premurosa offerta.

Dato che eravamo stanchi abbiamo deciso che nel pomeriggio non saremmo andati a visitare la Cittadella, che è aperta 24 ore su 24, ma ci saremo riposati per  poi ripartire il giorno successivo, ancora più attivi e curiosi.

Al mattino, quando non vi era ancora quel caldo torrido,  cioè prima delle 10 del mattino, ci siamo avviati alla volta della cittadella.

Abbiamo deciso di lasciar la moto nel parcheggio dell’hotel e siamo incamminati a piedi.
Il castello con la cittadella si trovano sulla sinistra del fiume Osum in cima ad una collina, in modo da dominare dall’alto tutta la zona circostante.

Per arrivare su abbiamo percorso, sotto il caldo sole cocente, la lunga strada lastricata di pietre bianche, che oramai sono diventate lucide per via dei molti passaggi e dell’usura, mentre ai lati ci sono le antiche case bianche ottomane, e delle fitte pinete.

Una volta in cima, vediamo le imponenti e alte mura di questa cittadella che un tempo arrivavano a misurare  1400 metri di perimetro, qui si deve pagare un biglietto d’ingresso, non ricordo esattamente quale sia l’importo, ma la cifra è molto bassa e ne vale assolutamente la pena.

Oltre alle mura, un tempo vi erano anche 24 torri di avvistamento e quindi anche difensive, ora purtroppo di queste ne rimangono solo delle rovine.

Per avere maggiori informazioni sull’intero sito, se si vuole si può richiedere anche una delle varie guide nella nostra lingua, oppure ci sono le classiche audio guide.

Appena entrati vediamo quella che può essere una piazzetta con un negozio, dove vendevano un po’ di tutto e a fianco vi era l’unico bar, posto all’interno di queste mura.

Dato l’incredibile caldo ci siamo subito seduti ,per prendere qualcosa di fresco e dissetarci.
Poco dopo, ripartiamo per la visita della Kala, così ci addentriamo in queste vie tutte ciottolate e bianche. Qui la gente del posto ci abita ancora, infatti il numero delle abitazioni è davvero elevato, e in molte si possono vedere splendidi pergolati di uva e bellissimi cortiletti.

All’interno di questa cittadella ci sono alcuni musei tra tutti il più importante è il Museo Onufri, che purtroppo non siamo riusciti a visitare in quanto noi siamo arrivati qui di lunedì, e questo è proprio il giorno in cui il museo effettua la chiusura settimanale, al suo interno però sono contenute importanti icone risalente al XVI secolo, insieme ad altri importanti oggetti liturgici, tutti provenienti da antichi monasteri, quindi se riuscite a visitarlo ne varrebbe davvero la pena.
Gli orari di apertura del museo sono dalle ore 9 alle 16 nel periodo invernale, mentre in estate è aperto dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Siamo quindi soltanto riusciti a vederlo dall’esterno, il suo edificio è molto antico, risale al 1797, ed è un edificio sacro, in quanto è stato costruito sulle fondamenta di una antica chiesa nata nel X secolo.
Qui si può anche capire come sia un tempo, ma anche attualmente riuscivano  e riescono a convivere sia la religione cristiana che musulmana, infatti qui ci sono moltissime chiese e moschee, la più antica è la moschea Rossa, che è il primo edificio di culto islamico costruito a Berat, risalente al XV secolo.
Un tempo la popolazione era prevalentemente cristiana e vi erano più di 20 chiese risalenti per lo più al 13° secolo, le moschee ottomane invece, erano principalmente per la guarnigione turca e di questa rimane solo un pezzo del minareto e un pezzo delle mura della moschea.
La chiesa più grande è la chiesa della Dormizione di Santa Maria, dove la santa messa viene celebrata solo una volta all’anno.
Per tutte le chiese all’interno della cittadella noi non siamo riusciti a visitare il suo interno, infatti erano tutte chiuse. Tra le tante troveremo la chiesa di San Teodoro, risalente al 1547, la chiesa della Santissima Trinità e anche della cappelle minori tra cui quella di Santa Maria Blanchermae, San Michele (risalente al XIII sec.);   e  quella di San Nicola.
La cittadella vera e propria è comunque molto danneggiata, e delle molte costruzioni  che vi erano un tempo, capita anche che rimangono solo i muri o un pezzo di questi, in ogni caso lo spettacolo che si può ammirare è a dir poco splendido, sembra di tornar indietro nel tempo, sembra di visitare un luogo dove il tempo si è fermato, regalandoci splendide sensazioni.
All’interno si può vedere anche un’ampia cisterna che serviva per raccogliere l’acqua, quando siamo andati noi c’era ancora dell’acqua, purtroppo al suo interno vi erano bottiglie di plastica buttate e altra immondizia, qualcuno ci ha anche detto che con una torcia si può anche visitare il suo interno.
Tra le mura della fortezza c’è anche il punto più alto di tutta la città di Berat, in questo modo si riesce anche ad ammirare uno splendido panorama di tutta l’antica cittadina ottomana, da qui si riesce anche a vedere la famosa montagna dove un tempo il dittatore Henver Hoxa, ha fatto scrivere il suo nome.
Ora fortunatamente il suo nome è stato cambiato in un grande Never.

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