domenica 27 gennaio 2013

Cattedrale Notre Dame - Ho Chi Minh - Saigon

Ho Chi Minh o Saigon, se paragonata ad Hanoi non è una città bellissima, ma è sicuramente il centro vitale e commerciale di tutto il Vietnam.

I ritmi di questa città sono elevatissimi. Qui ci sono gli hotel più lussuosi, troviamo i centri di molte banche, moltissimi sono i grattacieli già esistenti e molti sono in costruzione.
E’ comunque ricca di molte cose da visitare. Oltre ai molti centri di culto buddisti, ci sono anche alcune chiese cattoliche: la più importante è la Cattedrale di Notre Dame o Nha tho Đc Bà Sai Gon.
Sorge nella zona centrale di Ho Chi Minh, nel cuore pulsante della città, tra D Dong Khoi e DL Le Duan ed è la più popolare di tutto il Vietnam.
Questa cattedrale la riconosciamo subito perché è di color rossiccio, al centro di una piazza dove c’è la famosa posta centrale.
Il suo stile è neoromantico, nel 1895 sono stati aggiunti due campanili quadrati che arrivano fino a 58 metri di altezza,  con delle guglie in ferro che dominano la città e sei campane in bronzo del peso di quasi 30 tonnellate.

La chiesa originariamente era una pagoda in legno vietnamita, che era stata abbandonata durante la guerra.
Nel 1962 fu dichiarata Basilica, e da allora la sua fama è cresciuta sempre di più attirando centinaia e centinaia di cattolici che arrivano qui in visita.
Nel 1876 il governatore di quella che allora era la Cocincina, M.Duperré fece un concorso per la creazione di un edificio di culto per i cattolici,
Il progetto che vinse il concorso fu quello dell’architetto J.Bourad, e il suo design è stato considerato come la più bella colonia francese fino a quel momento.
La chiesa fu costruita dai coloni francesi, la prima pietra fu posta il 7 ottobre 1877 dal vescovo Isidor Colombert, e fu terminata il 11/4/1880 nel periodo di Pasqua. Tutti i materiali che sono stati usati per costruirla furono fatti arrivare direttamente da Marsiglia e da tutta la Francia.
I mattoni arrivano da Marsiglia, non è stato utilizzato il calcestruzzo, mantenendo il color rosso vivo.
Sulla parte superiore sono state posizionate delle croci di 3,5 metri per 2 metri di larghezza, con un peso di 600 Kg.
Le cerimonie di benedizione e completamento avvennero in presenza del governatore della Cocincina Le Myer de Vilers.
Anche per quanto riguarda il tetto e le piastrelle sopra c’è impresso il nome Guichard Carvine Marseille  St.André – Francia; sicuramente questo è il luogo dove sono state prodotte, mentre quelle che sono state sostituite hanno la scritta Wang – Tai Saigon.
La chiesa è aperta solo un’ora al mattino e tra le 16 e le 17 del pomeriggio, è stato un vero caso che quando siamo andati noi l’abbiamo trovata aperta, anche perché noi in quel momento non sapevamo gli orari di apertura.
All’interno del cancello principale fu inserita una piastra in granito in cui ci sono scritte le date di inizio e fine lavori.
La cattedrale è composta da un grande cancello in ferro con una porta posta sul davanti e una laterale. Durante la sua costruzione avevano messo delle vetrate istoriate che durante la guerra furono distrutte e purtroppo oggi non sono più visibili.
Al suo interno c’è anche un organo a canne che è stato progettato proprio per questa chiesa in modo da avere un’acustica perfetta.
All’ingresso sia sulla destra che sulla sinistra ci sono due statue, mentre sul retro ci sono delle vetrate belle e colorate.
Pochi metri dopo l’ingresso nella navata centrale c’è una cancellata in ferro, l’ingresso è consentito solo per coloro che vogliono pregare, per chi vuole solo per visitarla deve fermarsi prima della cancellata.
Questa è una chiesa molto frequentata soprattutto dai turisti e dagli stranieri che vogliono venire qui a pregare.
Il sacerdote è autorizzato alla celebrazione in lingua vietnamita, ma fa anche una breve omelia in lingua francese o inglese.
La celebrazione più adatta per i turisti è quella della domenica mattina alle ore 9,30.
Questa cattedrale viene anche molto usata per le fotografie dei giovani sposi, infatti più di una volta passando qui davanti abbiamo visto giovani coppie in abiti da sposi con i fotografi al seguito per fare il loro book di nozze.
Di fronte alla cattedrale, nel giardino esterno c’è una statua della Vergine Maria in marmo chiamata “Regina Pacis”, che nel 2005 dalla guancia destra sono state versate lacrime. Anche per questo ultimamente questa cattedrale e questa statua sono molto venerati sia dai vietnamiti che dai numerosi turisti.
Sempre in questo giardino un tempo, c’era una statua in bronzo del vescovo Adran  o Pigneau de Behaine, che conduce il figlio di Gia Long, il principe Canh con la mano sinistra, mentre in quella destra c’è il simbolo del trattato di Versaille.
Nel 1945 la statua è stata rimossa, forse perché per qualcuno era offensiva, ora però non si sa neppure che fine abbia fatto.
Successivamente il vescovo Joseph Phan Van Thien ha chiesto al Vaticano di avere una statua della Madonna, e il 16 Febbraio 1959 è stata posizionata questa statua in granito che vediamo ancora adesso.
Nel 1962 questa chiesa è stata proclamata cattedrale, chiamandola “Saigon Notre Dame Cattedrale”.
Se venite in visita a Saigon, una breve visita in questa chiesa è quasi d’obbligo, essendo anche vicina al centro e al grande e bello Ufficio Postale.

la città dalle 1000 finestre

Abbiamo deciso di visitare l’Albania perché è una meta ancora poco sfruttata  turisticamente, benché abbia delle splendide spiagge e un mare trasparentissimo, in più noi non amiamo i villaggi turistici, ecco perché abbiamo scelto questa insolita meta, in ogni caso immagino che con gli anni in molti scopriranno questa terra e la loro calorosa gente.
Così oltre a trascorrere alcune giornate al mare abbiamo deciso di visitare anche Berat, una cittadina situata nel centro del paese. Sapevamo essere una città tutelata dall’Unesco,  diventata nel 1961 una città museo, perché possiede un patrimonio culturale di notevole importanza, risalente agli inizi dell’anno 1000, soprattutto per gli evidenti resti della dominazione ottomana, quindi una tappa qui era quasi d’obbligo, tra l’altro Berat è anche stata nel 1944 la capitale dell’Albania.

Siamo arrivati in questa città, percorrendo strade abbastanza dissestate, dove abbiamo incontrato sul nostro tragitto sia carretti trainati da cavalli, sia numerosi camion. Sul percorso c’era anche una casa particolarissima, che è stata fatta come una vera e propria nave, vi erano anche i classici colori delle navi e l’acqua che usciva, purtroppo eravamo in moto e non ci siamo fermati, quindi non abbiamo avuto modo di fotografarla, ma non avevo mai visto nulla di simile.
Una volta arrivati in città, ci siamo recati nel centro e abbiamo iniziato a cercare un campeggio per la notte e per mettere tutte le nostre cose. Dato che non lo trovavamo, abbiamo visto la polizia locale e così abbiamo provato a chiedere informazioni a loro.

Erano in tre in macchina (2 uomini e 1 donna), dopo la nostra richiesta si sono un po’ consultati tra di loro e ci hanno risposto “Seguiteci! Vi accompagniamo noi”.

Così fiduciosi  e anche un po’ sbalorditi da tutta questa gentilezza, saliamo in moto e li seguiamo, vediamo che girano in un isolato contromano e dopo poco si sono fermati davanti ad un giardino, qui sono scesi e ci hanno detto: “Mettetevi pure qui. Il luogo è tranquillo e poi noi passiamo anche di notte per controllare che sia tutto a posto. Non vi succederà nulla!!”.

Io gli ho subito detto che volevo farmi una doccia e qui non c’erano i servizi, così loro molto gentilmente ci hanno suggerito di utilizzare i servizi del vicino hotel a 4 stelle Tomori.
Ovviamente non ci sembrava il caso di mettere la tenda in un giardino pubblico,  e di chiedere all’hotel di farci fare la doccia, così semplicemente abbiamo rifiutato e siamo andati a cercare un hotel per la notte.  Quando glielo abbiamo detto, sembravano anche dispiaciuti per il fatto che noi abbiamo declinato la loro premurosa offerta.

Dato che eravamo stanchi abbiamo deciso che nel pomeriggio non saremmo andati a visitare la Cittadella, che è aperta 24 ore su 24, ma ci saremo riposati per  poi ripartire il giorno successivo, ancora più attivi e curiosi.

Al mattino, quando non vi era ancora quel caldo torrido,  cioè prima delle 10 del mattino, ci siamo avviati alla volta della cittadella.

Abbiamo deciso di lasciar la moto nel parcheggio dell’hotel e siamo incamminati a piedi.
Il castello con la cittadella si trovano sulla sinistra del fiume Osum in cima ad una collina, in modo da dominare dall’alto tutta la zona circostante.

Per arrivare su abbiamo percorso, sotto il caldo sole cocente, la lunga strada lastricata di pietre bianche, che oramai sono diventate lucide per via dei molti passaggi e dell’usura, mentre ai lati ci sono le antiche case bianche ottomane, e delle fitte pinete.

Una volta in cima, vediamo le imponenti e alte mura di questa cittadella che un tempo arrivavano a misurare  1400 metri di perimetro, qui si deve pagare un biglietto d’ingresso, non ricordo esattamente quale sia l’importo, ma la cifra è molto bassa e ne vale assolutamente la pena.

Oltre alle mura, un tempo vi erano anche 24 torri di avvistamento e quindi anche difensive, ora purtroppo di queste ne rimangono solo delle rovine.

Per avere maggiori informazioni sull’intero sito, se si vuole si può richiedere anche una delle varie guide nella nostra lingua, oppure ci sono le classiche audio guide.

Appena entrati vediamo quella che può essere una piazzetta con un negozio, dove vendevano un po’ di tutto e a fianco vi era l’unico bar, posto all’interno di queste mura.

Dato l’incredibile caldo ci siamo subito seduti ,per prendere qualcosa di fresco e dissetarci.
Poco dopo, ripartiamo per la visita della Kala, così ci addentriamo in queste vie tutte ciottolate e bianche. Qui la gente del posto ci abita ancora, infatti il numero delle abitazioni è davvero elevato, e in molte si possono vedere splendidi pergolati di uva e bellissimi cortiletti.

All’interno di questa cittadella ci sono alcuni musei tra tutti il più importante è il Museo Onufri, che purtroppo non siamo riusciti a visitare in quanto noi siamo arrivati qui di lunedì, e questo è proprio il giorno in cui il museo effettua la chiusura settimanale, al suo interno però sono contenute importanti icone risalente al XVI secolo, insieme ad altri importanti oggetti liturgici, tutti provenienti da antichi monasteri, quindi se riuscite a visitarlo ne varrebbe davvero la pena.
Gli orari di apertura del museo sono dalle ore 9 alle 16 nel periodo invernale, mentre in estate è aperto dalle ore 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.
Siamo quindi soltanto riusciti a vederlo dall’esterno, il suo edificio è molto antico, risale al 1797, ed è un edificio sacro, in quanto è stato costruito sulle fondamenta di una antica chiesa nata nel X secolo.
Qui si può anche capire come sia un tempo, ma anche attualmente riuscivano  e riescono a convivere sia la religione cristiana che musulmana, infatti qui ci sono moltissime chiese e moschee, la più antica è la moschea Rossa, che è il primo edificio di culto islamico costruito a Berat, risalente al XV secolo.
Un tempo la popolazione era prevalentemente cristiana e vi erano più di 20 chiese risalenti per lo più al 13° secolo, le moschee ottomane invece, erano principalmente per la guarnigione turca e di questa rimane solo un pezzo del minareto e un pezzo delle mura della moschea.
La chiesa più grande è la chiesa della Dormizione di Santa Maria, dove la santa messa viene celebrata solo una volta all’anno.
Per tutte le chiese all’interno della cittadella noi non siamo riusciti a visitare il suo interno, infatti erano tutte chiuse. Tra le tante troveremo la chiesa di San Teodoro, risalente al 1547, la chiesa della Santissima Trinità e anche della cappelle minori tra cui quella di Santa Maria Blanchermae, San Michele (risalente al XIII sec.);   e  quella di San Nicola.
La cittadella vera e propria è comunque molto danneggiata, e delle molte costruzioni  che vi erano un tempo, capita anche che rimangono solo i muri o un pezzo di questi, in ogni caso lo spettacolo che si può ammirare è a dir poco splendido, sembra di tornar indietro nel tempo, sembra di visitare un luogo dove il tempo si è fermato, regalandoci splendide sensazioni.
All’interno si può vedere anche un’ampia cisterna che serviva per raccogliere l’acqua, quando siamo andati noi c’era ancora dell’acqua, purtroppo al suo interno vi erano bottiglie di plastica buttate e altra immondizia, qualcuno ci ha anche detto che con una torcia si può anche visitare il suo interno.
Tra le mura della fortezza c’è anche il punto più alto di tutta la città di Berat, in questo modo si riesce anche ad ammirare uno splendido panorama di tutta l’antica cittadina ottomana, da qui si riesce anche a vedere la famosa montagna dove un tempo il dittatore Henver Hoxa, ha fatto scrivere il suo nome.
Ora fortunatamente il suo nome è stato cambiato in un grande Never.

mercoledì 2 gennaio 2013

... Le ossa umane usate come decorazione....



Per alcuni ciò che voglio descrivere può anche essere macabro, ma sicuramente è degno di nota.

Così ho deciso di raccontare qualcosa riguardo questo luogo molto particolare e curioso.

Nella Repubblica Ceca a 65 Km circa da Praga, in un sobborgo di Kutnà Hora, vi è l'ossario di Sedlec.

E' un'antica cappella costruita all'interno di un piccolo cimitero.

All'interno vi si trovano più di 40.000 scheletri umani, le cui ossa sono state meticolosamente divise... ma come mai così tante ossa tutte insieme...???
 
Questa è la storia di quello che era precedentemente questo luogo.
Il monastero fu iniziato a costruire intorno al 1142.

Nel 1278 il Frate di questo monastero cistercense, fu mandato a Gerusalemme.. Quando tornò portò con se della terra, proprio raccolta sul famoso Golgota. E la sparse per tutto l'interno di questo cimitero.

Così in molti fecero seppellire i propri cari all'interno. Da qui i molti corpi continuarono ad accumularsi ed accumularsi, fin che non si giunge alla saturazione. Non c'era più posto per nessun altro defunto, e nel 1400 i frati iniziarono a costruire questo ossario e nel 1500 circa iniziarono a riesumare tutti i corpi, per poter fare altro spazio all'interno del cimitero. Le ossa furono messe in un magazzino.

Quindi intorno al 1870 circa, l'intagliatore che in quel momento era al servizio del Duca di Schwarzenberg decise di usare tutte queste ossa per fare delle vere e proprie opere d'arte.

La cosa particolare è che vennero usate proprio tutte le ossa del corpo umano, senza sprecare proprio nulla.

Appena si entra all'interno di questa cappella si può notare che le decorazioni sono tutte fatte con le ossa umane. Debbo dire che le decorazioni sono anche belle.. Certo che...è un po' inusuale..

Poi si scende una scalinata, alla fine possiamo ammirare ben 4 cupole enormi tutte fatte esclusivamente di teschi umani...Ce ne saranno stati a centinaia, faceva quasi venire i brividi a vederli.

La cosa più particolare che è notato è sicuramente il grande candelabro, appeso al soffitto, era veramente una cosa unica al mondo, pensate che era anche illuminato.

All'interno di questa cripta si possono anche ammirare 4 pinnacoli, ricordo che erano alti quasi 2 mt o più, anch'essi fatti di teschi e altre ossa, tutte incastrate perfettamente insieme, mentre sulla cima possiamo trovare un carinissimo angioletto.

Possiamo ancora ammirare il grande stemma del Duca di Schwarzenberg, in questo caso vengono usate le ossa lunghe, e l'altare, anch'esso formato da ossa incastrate insieme.

Tutte queste opere sono effettuate in modo molto preciso e meticoloso..

E' quasi un capolavoro...

Personalmente non ho mai visto nulla del genere, la cosa strana è il vedere tutte queste ossa umane, e vi assicuro che erano veramente tante.

In alcuni attimi ero anche impressionata, infatti....vi dico la verità...non ci sono stata molto all'interno...non so come mai...forse...ho paura della morte?

Spero che questa opinione sia utile a chi è in cerca di cose davvero strane e particolari, anche se forse un pò macabre.

Una caffetteria d'altri tempi


Questo è un noto locale torinese, una piccolissima caffetteria nata nel 1763, nell'anima della vecchia Torino, nella zona del quadrilatero, vicino alle Torri Palatine, in una piccolissima isola pedonale, situata proprio all'ingresso del Santuario della Consolata, che prende il nome dalla sua prelibata e segreta specialità" Al Bicerin".

" Al Bicerin " fa parte dell'associazione " Locali Storici d'Italia ", che raccoglie i locali che conservano quella memoria dei tempi passati, con ricordi e arredamenti dell'epoca di valore culturale, artistico e anche gastronomico della nostra storia nazionale.

I locali storici sono alberghi, caffè, ristoranti, pasticcerie, confetterie che hanno almeno settant'anni di vita e che hanno ospitato avvenimenti e personaggi di rilievo nella vicenda Italia, luoghi anche dove sono nate ideologie e movimenti.

Prerogativa fondamentale di questi locali è la salvaguardia dell'integrità dei luoghi densi di un fascino particolare, colmi dell'eleganza dell'epoca sia negli arredi che nei profumi.

Nel 2000 il locale ha vinto il premio come Migliore Bar d'Italia, mentre nel 2001 il bicerin è stato riconosciuto come bevanda tradizionale piemontese.

Un piccolo locale nato come acquacedrataio e soltanto successivamente diventerà la confettiera Dentis.

Un locale di color scuro, in legno, molto semplice, con i pannelli pubblicitari ai lati dell'ingresso.
Quando si entra sembra di tornar indietro nel tempo... qui si sono seduti personaggio come Cavour, Puccini, Silvio Pellico, Alexandre Dumas padre, Friedrich Nietzsche, Crispi, Edmondo De Amicis, Mario Soldati e molti altri.

Qui le dame di quell'antica antica nobiltà torinese, dopo aver assistito alla Messa nel Santuario posto di fronte e rispettato il digiuno eucaristico, venivano qui a ristorarsi, ma da qui passavano anche a prendere i dolci i bambini che avevano appena preso la prima comunione.

Al Bicerin è una caffetteria, un luogo vivo, caldo, dove ogni giorno sostano parecchie persone, conquistate dai bellissimi tavolini tondi ottocenteschi, in stile liberty in marmo pesantissimi, tutti ordinati perfettamente uno di fronte all'altro.

Un luogo elegante con il soffitto basso, i tappeti rossi, le pareti di legno chiaro e il pavimento consumato dai numerosi passaggi dei clienti, che scricchiola al nostro cammino.

Dobbiamo solo sperare di riuscir a trovar un tavolino libero, visto che sono soltanto otto.

Si, i tavolini sono solo otto, ma in estate viene allestito un piccolo dehors tranquillo e gradevole.

Il bancone è originale dell'epoca, in legno scuro tarlato, sopra vi è posizionata una grande macchina caffè, mentre a fianco vi è anche una porta che dà sul laboratorio dove la cioccolata cuoce per quattro ore prima di essere pronta per il bicerin o per altre squisite prelibatezze.

Ai lati decorazioni di specchi, molti vasi di confetti colorati, ben 40 tipi diversi, gianduiotti , ma anche le pastiglie Leone, scatole di krumiri, bottiglie di rosolio e di vermouth dietro le vetrine piccole e antiche, con le tende fatte a mano, qui vengono esposti anche dei piccoli cioccolatini, messi maniera da sembrar delle vere opere d'arte.

Un bellissimo gioiellino per far colazione al mattino, gustando qualche buona delizia della casa. Un luogo particolare dove iniziare bene la nostra giornata, dove ci si può concedere alcuni minuti di pausa, il sabato e la domenica dobbiamo solo avere tanta pazienza.

Queste alcune prelibatezze, di un'antica arte dolciaria che si possono gustare :

Bicerin
Zabaione
Cioccolata in Tazza
Cioccolata Speziata
Cioccolata Fredda
Fragole al Cioccolato
Frappè
Tè e Tisane.

Tra gli alcolici si possono gustare : Rubino, Passito di Caluso, Barolo chinato, Ala del Duca di Salaparuta, Carpano Antica Formula, Punt e Mes, Pastis provenzale, Ratafià, Rosolio, Birra Menabrea.


IL BICERIN

E' una tipica bevanda piemontese, ma soprattutto torinese, nata proprio in questo locale che ne prende il nome. Nel 1700 la bevanda veniva chiamta "bavareisa", veniva servita nel bicchiere di vetro, quelli con il manico in metallo ed era a base di caffè, cioccolato, con crema di latte.
Successivamente, nell'arco degli anni si sono fatte alcune varianti e così è nato il Bicerin.

Questo viene servito ai tavoli a lume di candela in un grande bicchiere di cristallo, in modo che si possano vedere i tre strati.

La ricetta della cioccolata è segretissima, si dice che sia più segreta della Coca Cola e i dipendenti sono tenuti al segreto assoluto.

Il Bicerin viene fatto con la famosa cioccolata ancora bollente, con uno strado di caffè espresso e l'ultimo strado di fior di latte freddo in modo da raffreddare la cioccolata quando la si assapora.

Tutti i tre strati devono essere rigorosamente serviti in modo separato e non devono mai mischiarsi.


ZABAIONE

Anche questi sono fatti artigianalmente, cioè frustati a mano, con ben due tuorli d'uovo per ognuno.

Li possiamo scegliere tra quelli aromatizzati con scorza di limone, caffè, ratafià, moscato, marsala, passito di Caluso e vino di Salaparuta, mentre per i più golosi possiamo chiedere l'aggiunta di panna montata.


CIOCCOLATA SPEZIATA

Una cioccolata calda leggermente piccante profumata alla cannella.


CIOCCCOLATA FREDDA

Solitamente viene bevuta nel periodo estivo, una cioccolata fredda con panna, un gusto davvero particolare e rinfrescante.


FRAGOLE CIOCCOLATO

Questa ottima delizia purtroppo si può assaggiare soltanto in primavera, sono delle buonissime fragole con cioccolata fredda oppure frullate con il cioccolato.


I FRAPPÈ

Tra i Frappè da evidenziare sono quelli aromatizzati al marsala e quelli al ratafià.


I TÈ E LE TISANE

Qui si può scegliere tra ben 38 differenti varietà.

Mentre per gli amanti del dolce queste alcune specialità : Toast caldo al cioccolato, Torta di nocciole delle Langhe "La Morra" con cioccolata calda, Torta di mele, Torta di mele e cannella, Torta di mele, amaretti e cioccolato, Torta Paradiso farcita di panna, Torta ripiena di pere e cioccolato, Torta al cioccolato, Biscotti della Duchessa, Canestrelli di Boegofranco, Torcettoni di Mautino, Polenta imprigionata, Biscotti di Pamparato, Biscotti di Meliga, nocciolini di Chivasso, Bicciolani di Vercelli.

Per quanto riguarda la cioccolateria, qui si possono gustare dei cioccolatini fatti secondo le regole degli antichi maestri cioccolatai.


Possiamo gustare le favolose e piacevolissime barrette di cioccolato al latte, fondente (56% cacao), extra bitter (75% cacao senza zucchero), oppure possiamo scegliere quello con le nocciole, da notare l'ottima qualità di queste: tonde, gentile delle Langhe, oppure dei delizioni cioccolatini, fatti sempre con i tre diversi tipi di cacao, ma ancora i gianduiotti con la squisita specialità di crema gianduja.

I gianduiotti sono da sempre un'altra golosità torinese, sempre a base di cioccolato, qui se desideriamo possiamo anche trovare alcuni formati extra, infatti sono disponibili quelli fino a 100 gr, ma se preferiamo possiamo anche arrivare a 5 Kg, bisogna soltanto farli fare su ordinazione.

Per ultimo ci sono i chicchi di caffè ricoperti di cioccolato, questi si trovano sfusi o in carinissime scatolette in latta.

Una volta usciti da questa minuscola caffetteria densa di fascino, possiamo anche portarci via un piccolo ricordo, infatti a fianco vi è un piccolo negozio dove si possono acquistare delle prelibatezze a base di cioccolato, ma non solo; infatti troveremo molte golose specialità piemontesi, fatte artigianalmente e non semplici da trovare.


Se passate da questa città, vi consiglio di far un salto, rimarrete sicuramente entusiasti del luogo, vi sembrerà di vivere in un ricordo e in un'atmosfera antica di un ricco Piemonte, senza contare che le bevande sono golosamente squisite.

Il marchio di questo locale è un alberello verde e ogni prodotto che acquistiamo in questa deliziosa bottega hanno questo logo che è il simbolo dell'artigianalità di essi.



Orari d'apertura :

Sabato, domenica e festivi dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.30
Lunedì, martedì, giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 19.30