mercoledì 29 settembre 2010

... il Tempio della Montagna di Giada

Il tempio di Ngoc Son che letteralmente significa Tempio della Montagna di Giada, è forse il più visitato di tutta Hanoi, questo dovuto anche al fatto che è posizionato in un punto molto centrale:  infatti si trova proprio nel cuore del quartiere vecchio, su un piccolo isolotto all’interno del  placido lago di Hoan Kiem, nella sua parte settentrionale.
Tutta Hanoi l’abbiamo visitata a piedi e questo è stato il primo luogo che siamo andati ad “esplorare” appena siamo arrivati in città, anche perché il nostro albergo era tutto sommato abbastanza vicino.
Se non risiedete in questo quartiere si può sempre  prendere un taxi o un risciò a pedali, chiamati anche tuk tuk.
Qui ce ne sono a decine in ogni angolo delle strade e i conducenti  sono ben felici di portarvi sopra e quindi di guadagnare qualche soldo.
Ricordiamoci solo prima di salire sopra di contrattare il prezzo.
Attenzione perché loro sono furbi e a volte ti dicono una cifra e quando stai per scendere vogliono il doppio, questo perché le persone trasportate sono due.
Il tempio si trova al centro del lago su un isolotto collegato alle sponde da un grazioso, elegante e anche fotografatissimo ponte di color rosso, chiamato il Ponte Huc o Ponte del Sole Nascente, costruito nel classico stile vietnamita nel 1885.
Il  nome non gli è stato dato a caso: infatti è chiamato così proprio perché al mattino i raggi di sole illuminano per primo questo ponte.
Il tempio risale al XIV sec, anche se è il risultato delle ristrutturazioni fatte da Nguyen Van Sieu nel 1864, ed  è dedicato ad alcuni studiosi ed eroi militari di un tempo che fu. 
L’isolotto è circondato dall’acqua che ha un color verdastro, è contornato da una ricca vegetazione e da alberi che riescono a creare molte  zone d’ombra e a tener nascosto il tempio.
Per entrare bisogna acquistare il biglietto che è in vendita in un casotto a sinistra, si deve poi  attraversare il romantico ponte del Sole Nascente 
L’ingresso al tempio è di 10000 Dong, che è la moneta locale che corrisponde circa a mezzo dollaro.

Interno del tempio

Sulle sue estremità ci sono due porte in pietra di grandi dimensioni che lo proteggono, dove sopra ci sono impressi  dei caratteri cinesi, successivamente  si percorre la porta dei Tre Passaggi o Tam Quan.
I biglietti vengono poi controllati prima di entrare nel complesso del tempio, proprio sotto l’arco. Successivamente si arriverà ad un cortile dove spesso e volentieri ci sono gruppi di uomini che giocano a Tuong Danh che è la dama cinese,  uno dei giochi più popolari in Vietnam, ma anche in tutta l’Asia.
Percorrendo il breve tragitto  per arrivare al tempio,  possiamo ammirare alcuni Doi, che sono quelle frasi parallele, in caratteri cinesi poste sulle pareti.
Una volta i Cau Doi erano una parte di un puzzle di parole tradizionali, che le persone dalla classe intellettuale di Hanoi si divertivano a svolgere.

All’ingresso a sinistra del cancello, c’è Thap Ma o la Torre Pen. E’ una struttura in pietra simile ad un obelisco, alta 30 metri, la cui punta sembra quella di un pennello, di cui Ngyen Van Sieu ha contribuito moltissimo alla sua costruzione.
Sulla parte superiore c’è una scritta  in caratteri cinesi la quale indica che  per scrivere su un cielo azzurro ad una tale altezza, bisogna essere nel vero e nel giusto e la persona deve avere una forte determinazione e una grande volontà.
Oltre a questo si trova Nghien Dai che è una roccia scolpita e scavata a forma di pesca, più conosciuta come Writing Pad.
Davanti all’edificio principale c’è un grande braciere in bronzo, dove vengono accesi moltissimi bastoncini d’incenso.
Entrando possiamo vedere delle belle campane antiche, dei gong molto particolari e anche delle preziose ceramiche.
Ma oltre a questo ci sono gli altari dedicati allo studioso Van Xuong patrono dei medici, e Ngyen Van Sieu, un artista confuciano che nel 1864 si è offerto per il ripristino e il restauro del tempio e di molte zone circostanti, e al generale ed eroe leggendario Tran Hung Dao, che nel 1279  sconfisse un esercito di 300.000 persone inviati ad invadere il Vietnam dall’imperatore mongolo Kublai Khan al Dang Back River.
Entrando, dove c’è il primo altare ci sono anche delle statue dove i due studiosi sono seduti insieme a molte divinità, mentre dietro a questo principale altare c’è quello dedicato a Trang Hung Dao.
Anche qui, come in molti altri templi vengono appoggiate varie offerte tra cui fiori, frutta, ma anche denaro.
Ho visto molti dong, appoggiati  sopra dei piattini e nessuno  giustamente li prendeva. Pensando all’Italia mi chiedo  se qui da noi una cosa così fosse possibile.
C’è anche una grande teca di vetro dove è  conservata  una gigantesca tartaruga imbalsamata.
E’ stata trovata morta nel 1968 dalla popolazione locale, e si dice che arrivasse a pesare fino a 250 Kg. Si pensa anche che sia stata proprio la leggendaria e mitologica tartaruga del lago che diede all’imperatore Thai To chiamato poi Le Loi la spada magica che venne utilizzata per cacciare i cinesi dal Vietnam , o almeno questo è quello che si vuol pensare.
A fianco del tempio c’è anche un negozio che vende i soliti souvenir che possiamo trovare in tutta Hanoi e in tutto il Vietnam, qui in più hanno dei quadri, quindi se si decide di fare acquisti si può anche prendere in considerazione questo luogo, anche se  Hanoi è una delle città più care di tutto il Vietnam.
Infatti per fare shopping io consiglio, se si può di spostarsi fino a sud e arrivare fino a Saigon, dove si possono fare acquisti a prezzi nettamente migliori.
In mezzo al lago, nella parte meridionale, vediamo una piccola costruzione che è la Torre della Tartaruga, attualmente un po’ in decadenza, di color grigio cemento.
Sia il Tempio che la Torre della tartaruga che si trovano proprio nel centro del lago di Hoan Kiem, possono anche essere visti dalla riva, stando comodamente seduti su una panchina o anche solamente cammindo lungo il lago.
La  visita all’interno del tempio é abbastanza breve, si può  effettuare in solo un’ora.
Appena usciamo, siamo nuovamente assaliti da qualche venditore di qualsiasi cosa  o ancor peggio da bambine che sono mandate in giro per vendere soprattutto ventagli, evitando così di andar a scuola.
Viene sempre consigliato di non dar mai mance o non far acquisti da questi bambini, altrimenti i genitori visti i guadagni,  faranno il possibile per non mandarli a scuola, continuando così questo loro vagare da piccoli venditori, rimanendo così analfabeti.
 Il Vietnam, infatti  è uno degli stati dove c’è il più alto livello di analfabetizzazione.
L’isola  e anche il lago di Hoan Kiem rimangono comunque una specie di oasi di tranquillità, che aiuta a fuggire dalle strade trafficate e rumorose che circondano il lago, ma soprattutto è uno di quei luoghi che se si viene a Hanoi non bisogna perdere.

Il ponte del sole nascente

Ingresso del Tempio della Montagna di Giada

Un palazzo dal colore particolare - Stadhuy - Malacca

Il  Stadthuys è situato nel centro di Malacca, in Malaysia, in quella che viene chiamata Piazza Rossa.

Questa è la piazza centrale, il cuore di Malacca, e qui ai lati possiamo trovare molti tuk tuk a pedali, tutti addobbati con fiori, non si fanno mancare neppure la radio, mentre la sera diventano carinissimi perché hanno tutti le lucine intorno.

E’ il più grande e il più antico edificio di tutto il Sud Est asiatico che è risalente all’età coloniale.

Dopo la caduta del sultanato di Malacca nel 1511, passò prima al governo portoghese, e successivamente a quello olandese, per poi terminare con quello britannico.

Il primo governatore di questo stato di Malacca, fu Jan van Twist.    

La  costruzione di questo edificio fu molto lunga, infatti ci sono voluti quasi 20 anni dal 1641 al 1660. il materiale per la costruzione è stato importato dai Paesi Bassi, mentre  la forza lavoro era cinese e giavanese.
Fino al 1824 rimane sotto il controllo degli olandesi,  questa fu la sede dell’amministrazione e il centro civico della città, ma fu anche la residenza del governatore olandese, del vice governatore, e tutti i suoi collaboratori.

Quando arrivarono gli inglesi continuavo ad usare questo edificio come centro civico.

Il  perché del colore così particolare di queste costruzioni non lo sapremmo mai, anche se le storie che gravitano intorno sono molte e svariate.

Dal  Dicembre del 1982 questo edificio diviene sede di ben tre musei:il museo della letteratura, il museo etnografico e il museo di storia.

All’interno di questi musei si possono trovare ampie stanze, tra cui la sala da pranzo, la sala per le preghiere, ma c’erano anche i magazzini, delle prigioni con molti percorsi segreti e  gallerie.

Si pensa che c’erano anche dei tunnel segreti che portavano dallo Stadthuys alla collina di St. Paul , e ancora dallo Stadthuis al fiume, che è  situato a circa 200 metri, ma nulla  è per ora  stato trovato, per sostenere questa teoria.

All’interno del museo etnografico possiamo vedere la sala del governatore, arredata proprio come un tempo.
Qui possiamo anche trovare la sua bella macchina nera. Molto belli i mobili in legno di palissandro tutti intarsiati con madreperla.

C’è anche una esposizione delle varie culture che vivevano un tempo in questa città, troviamo infatti  la zona malese, cinese e anche portoghese.

Mentre il museo della letteratura conserva alcuni scritti antichi malesi: tra i  tre i musei questo è il meno visitato.

Il palazzo ha delle grandi finestre  e  un piccolo balcone dove si affacciava il governatore, ma è comunque una costruzione imponente.

Nelle sale interne troviamo gli abiti da sposa tradizionali Malay, ma anche le sale con tutti gli arredi di un tempo, molto belli alcuni oggetti preziosi realizzati in giada, e molti altri ancora relativi a più di 400 anni di storia legati alla città di  Malacca.

All’ingresso possiamo trovare tre statue che rappresentano le varie colonizzazioni partendo da quella portoghese, olandese e britannica.

Nel cortile interno possiamo ammirare una statua di grandi proporzioni dell’ammiraglio Cheng Ho o Zheng He, costruita durante il Sultanato di Malacca, per commemorare gli ammiragli che venivano un tempo in questo  che al tempo era un importantissimo sultanato.

Proprio in questo cortile interno, da non molti anni è stato scoperto un antico pozzo, risalente all’epoca dei coloni portoghesi.

Qui si è anche scoperto un’importante sistema di drenaggio delle acque, ma oltre a questo c’era anche un antico insediamento portoghese  e  dalle ultime scoperte si pensa che la fortezza che costruirono sia posizionata  sotto quello che oggi è il parcheggio dello Stadthuys.

La visita in questo museo può variare da due a tre ore, se vogliamo anche molto di più, soprattutto per il fatto che qui sono molte le informazioni e le targhette descrittive che possiamo leggere sull’antica storia di Malacca.

Gli orari di apertura di questi musei sono dalle ore 9 alle ore 18, dal lunedì alla domenica. Ricordandoci sempre che questi luoghi rimangono chiusi il venerdì dalle ore 12,15 alle 14,45 per il pranzo e le preghiere  del venerdì.

Il prezzo del biglietto d’ingresso  non lo ricordo con esattezza, ma anche qui non era molto, i prezzi in Malaysia sono relativamente bassi se li paragoniamo ai nostri.

Bali.... L'isola degli Dei........

Parecchi anni fa, io e una mia amica, dovevamo decidere dove trascorrere le nostre ferie, volevamo un viaggio carico d'emozioni ed esperienze varie, così abbiamo scelto di andare nel sud - est asiatico, in un'isola non troppo grande, ma ricca di cultura, la magica isola di Bali.

Questo viaggio l'ho affrontato parecchi anni fa, ma mi è rimasto molto impresso ancora oggi, così ho deciso di condividere con voi questa mia esperienza di gioventù.

Il volo aereo è stato abbastanza lungo, ma ce lo aspettavamo. Siamo partite da Torino, direzione Francoforte, dove abbiamo fatto scalo, con un'attesa di circa due ore, per poi prendere l'aereo direzione Bangkok, che faceva anche scalo ad Abu-Dabi; arrivati a Banghkok, abbiamo dovuto cambiar il nostro aereo: quest'ultimo era uno molto più piccolo e ci portava finalmente nell'isola di Bali, a Denpasar, la capitale.

Così dopo aver trascorso più di 2 giorni di volo, siamo arrivate entusiaste, e non ci è pesato per niente affrontare un viaggio simile.

Noi avevamo prenotato dall'Italia un piccolo resort per alcuni giorni, così arrivati all'aereoporto, ci aspettavano per portarci nel nostro piccolo paradiso, vicino alla famosa spiaggia di Kuta.

Questo piccolo resort l'avevamo prenotato solo per tre giorni, perché poi volevamo girare tutta l'isola, ma alla fine il posto era così bello e anche a buon mercato che io ci sono rimasta tre settimane, mentre la mia amica, ha spostato il volo proseguendo la vacanza di una settimana ancora. Lei poteva.... Io invece dovevo tornar a casa, il lavoro chiamava....

Non mi è pesato per nulla fare il viaggio di ritorno da sola, anche perché per puro caso una volta arrivata a Bangkok, ho incontrato un gruppo di amici di Torino che stavano arrivando dalle Filippine, e la coincidenza ha voluto che dovevamo prendere lo stesso aereo.





****** COSA FARE E COSA VEDERE ******


Con tre settimane di vacanza abbiamo potuto visitare in maniera approfondita questa splendida e spirituale isola degli dei.

L'entroterra è davvero spettacolare, in nessun altro luogo al mondo potete trovare luoghi simili e così affascinanti.

Il sud dell'isola è la parte dedicata al turismo di massa, mentre il nord è anch'esso molto bello e la zona è decisamente più tranquilla.

L'isola è una grande catena di alti vulcani emersi anticamente dagli oceani. Ci sono parecchie montagne tra le più alte montagne troveremo il Bratan, il Batur, il Batukue, l'Agung, l'Abang e altri ancora.

Le cose da vedere sono molte, una delle prime che colpirà il nostro sguardo sono sicuramente il saliscendi delle famose colline trasformate in terrazze di riso, che vedremo in tutta l'isola.





****** I GRADINI SACRI ... I GRADINI DEL RISO ******



Il lavoro manuale di secoli e secoli, ha trasformato i pendii in incredibili scalinate di ampie, lussureggianti e verdi risaie.

Questi appezzamenti di terra chiamati "sawak," sono dei veri e proprio capolavori d'ingegneristia, realizzati in modo da facilitarne l'irrigazione in qualsiasi stagione dell'anno.

Una visione che ci rilassa, qui il tempo sembra che si sia fermato, e allo stesso tempo riesce a emanare qualcosa di divino.

Tantissimi sono i canalini e le cascatelle, in modo da avere una giusta distribuzione dell'acqua in tutti i balconi, in più il clima caldo - umido e le molte piogge non possono far altro che contribuire a far si che il riso riesca a crescere rigoglioso. Qui il 70% della popolazione vive grazie alla coltivazione agricola dove partecipano al lavoro intere famiglie. Colei che è venerata come la dea del riso è una shakti (la sposa di Shiva, corrisponde a livello cosmico alla kundalini che è in ognuno di noi), Devi Shri e molte sono le processioni religiose a suo favore.

A Bali nessuna risaia è completa se non con un paio di bufali indiani e un tempio, in modo da proteggere e favorire l'abbondanza nel raccolto.

Dentro un chicco di riso è racchiusa la grandiosa e misteriosa virtù del mana, e coloro che l'assimileranno avranno il vigore della salute e della fertilità....... questo è il pensiero dei balinesi.






****** TEMPLI E DIVINITA' ******


Tutti i balinesi sono molto devoti, nell'isola ci sono più di ventimila templi dai più grandi ai più piccoli, dai più venerati a quelli meno, e in ogni villaggio di Bali ce ne sono almeno tre : uno dedicato al supremo dio Brahma, un altro a Vishnu e un altro a Shiva.

I classici tempi si chiamano pura e sono fatti in alte torri con tanti piani, e i tettucci a forma di pagoda, con una grandezza che parte da una più ampia sulla base, andando sempre a diminuire ogni volta che si sale.

Il numero di questi piani deve essere sempre dispari, ed arrivano fino ad un massimo di 11 piani, chiamati meru : sono 11 perché questo è il segreto del nuovo ciclo che inizia, della nuova vita a cui la spiritualità del tempio chiama ogni fedele.

Accanto ai templi spesso si può vedere qualche scultura in legno abbastanza grande, con decorazioni sacre che evocano simboli e spiriti della religione induista, tutte decorate e colorate.

Su alcuni di questi possiamo anche vedere delle decorazioni con la svastica, la troveremo soltanto girata nel senso opposto, ma forse non sapete che la svastica è un simbolo buddista e induista, e rappresenta la ruota del sole, la ruota della vita, l'armonia universale.... una specie di portafortuna.

I templi sono quasi tutti orientati verso le montagne e soprattutto verso il sacro monte Agung.

Ogni angoletto di qualsiasi strada, ogni attività, ogni abitazione ha il suo tempietto dove deporre, fiori e incensi. Bellissimo è vedere con quanta grazia e con quanta devozione sono curati.

Tanto è forte la devozione dei balinesi, che per qualsiasi atto giornaliero che loro debbano affrontare, sono abituati a rivolgersi sempre a qualche entità divina, per chiederne protezione e benefici.

Noi turisti dobbiamo sempre portar rispetto per ogni tempio che visitiamo e dobbiamo anche essere vestiti adeguatamente, altrimenti non ci faranno entrare. Gambe e spalle devono essere coperte per tutti, comodissimo da usare in questi casi è il sarong; un pezzo di stoffa in cotone molto sottile che può risultare utile per molte cose, in questo caso per coprirci. Consiglio a tutti di comprarne almeno uno, capirete poi gli innumerevoli usi che se ne possono fare.

Le cerimonie religiose balinesi sono numerosissime durante tutto l'anno e su tutta l'isola, solitamente quelle di maggior importanza si svolgono due volte al mese, sempre nella notte di luna piena e in quella di luna nuova.

Uno dei tempi più belli è il Pulu Ulu Danau Bratan, situato ai piedi del lago Bratan, un tempio di irrigazione, per metà induista e metà buddista dedicato alla dea dell'acqua, Dewi Danau. Tutt'intorno bellissimi giardini con le classiche costruzioni d'arte buddista.

Besakih è il tempio Madre dell'induismo balinese, situato sulle pendici del monte Agung, 1000 mt d'altezza e 60 Km da Denpasar. E' formato da un vasto complesso di templi, si dice che sia il più antico di tutta l'isola e per arrivarci dobbiamo percorrere una lunga scalinata d'ingresso.

Un tempio dove spesso si svolgono delle grandi feste che possono durare anche alcuni giorni, ma soprattutto è un grande centro dove possiamo ammirare numerosissimi altri tempietti, e in più avremmo la possibilità di avere davanti a noi la bellissima visuale dell'intera isola.

Tanah Lot è costruito su uno scoglio marino. Anche questo secondo me è uno dei più belli e merita una visita, sicuramente non ve ne dimenticherete facilmente, in quanto lo trovo uno dei più affascinanti.
In questo tempio sono le maree che scandiscono il tempo, infatti è possibile raggiungerlo a piedi solo quando c'è la bassa marea, percorrendo una piccola striscia di sabbia.

La particolarità di questo luogo è il fatto che ci sono tantissime e piccole grotte dove possiamo trovare i serpenti marini, ce ne sono davvero tanti, impossibile non vederne uno... anche in questo c'è della sacralità, infatti questi serpenti sono considerati i guardiani del tempio.

Taman Ayun o Tempio reale di Mengwi. Questo luogo consiglio vivamente di visitarlo quando c'è il tramonto, è davvero spettacolare soprattutto per i suoi caratteristici tetti in paglia, e poi perché no,.... possiamo fermarci a gustare un drink seduti nel bar ristorante che c'è qui.

Gustando qualche buona bevanda fatta di frutta fresca o un cocco fresco dove poter bere il suo succo, lo spettacolo del tramonto diventa ancora più dolce e emozionante.

Pura Kehen anche questo è un bellissimo tempio, forse un po' troppo inflazionato, in quanto è il secondo tempio più importante dell'isola dopo quello madre di Besakih.

Per entrare dobbiamo pagare una piccola tassa. Riuscire a vedere questo tempio al tramonto, e ciò che di meglio riusciamo a fare, in quanto le masse di turisti che solitamente arrivano con i pulmann, a quell'ora dovrebbero essere già partiti, e noi riusciremo così a muoverci con più comodità.

Questo grande tempio si può dire che sia diviso in tre parti, impilati uno sull'altro. Molto bella la porta d'ingresso dove sopra vedremo scolpiti dei demoni, in modo che questi riescano a cacciare gli spiriti maligni che vogliono entrare nel tempio.

Mentre si viaggia nell'isola ci è capitato più di una volta di imbatterci in favolose feste o in qualche rito cerimoniale dove possiamo ammirare le donne con i classici abiti balinesi coloratissimi, molto eleganti, con sul capo favolose preghiere a forma di fiore.

I balinesi riescono infatti a fare delle bellissime piramidi con vari tipi di frutta esotica e fiori, le donne lo portano in bilico sul capo e nelle festività più solenni faranno il tragitto dalla soglia di casa sino al cortile del tempio.

Queste offerte vengono disposte sugli altari, vicine quelle di incenso e legno profumato, in questo modo gli aromi saliranno fino agli dei.

Tutto ciò non sono altro che offerte votive per gli spiriti benigni e per le divinità.
Vedremo anche molte strutture in pietra che personificano il tempio, e ogni casa balinese al suo interno ha almeno un piccolo tempietto.

I balinesi sono soliti fare offerte con incenso, frutta, fiori e possiamo vederli non soltanto nei sacri templi, ma anche ai bordi delle strade e in ogni luogo dove c'è una statua che rappresenta una loro divinità.
Questi che vi ho elencato sono alcuni dei templi più importanti, ma ce ne sono molti altri deliziosi e pieni d'arte da porter visitare... , non per niente Bali è chiamata l'isola dei ventimila templi.

L'arte balinese è da sempre ispirata alle tradizioni induiste, esaltata dalle superstizioni, ecco perché spesso e volentieri vengono rappresentati mostri, creature con occhi sporgenti e grandi fauci, denti che sembrano lame, orecchie enormi, questi strani esseri sono chiamati i raksasa.

Queste figure le vedremo sparse in ogni luogo, sono gli onnipresenti mostri di questa splendida isola, in questo modo riescono anche loro a proteggere i templi dagli spiriti maligni.

Spesso riusciamo anche a vedere queste statue adorne di fiori freschi e frutta, questo perché per loro gli spiriti non sono eterei, ma entità vive e vegete in carne ed ossa.





****** SPIAGGE ******


La zona più frequentata dai turisti quella a sud-ovest ed è dominata dai surfisti, non immaginatevi di trovare spiagge tropicali bianche con acque trasparenti e cristalline, qui in pochi posti è così.

Una delle più belle è la spiaggia di ^^^^^ Nusa Duad Dreamland ^^^^^, dove possiamo trovare una piccola laguna blu protetta, ma anche qui capita a volte di trovare alghe e il mare non molto pulito, tra l'altro trovo sia è anche abbastanza pericoloso fare il bagno, proprio per le correnti molto forti.

Noi abbiamo soggiornato vicino a ^^^^^ Kuta ^^^^^, famosa per la sua lunga e ampia spiaggia e per i surfisti, infatti è diventato uno dei paradisi mondiali, qui troveremo soprattutto australiani che... rimangono in attesa dell'onda giusta.
Questa è una delle spiagge più affollate e forse anche la più alla moda, negli ultimi venti anni ha avuto uno sviluppo straordinario e di sera qui c'è la più grande concentrazione di locali notturni.
Qui troveremo alberghi e tutto ciò che un classico turista può cercare, anche le strutture tipo bar o ristoranti non mancano, ce ne sono di tutti i tipi e per tutti i gusti, dalla cucina tradizionale balinese, thailandese, alla cucina italiana.
A Bali la sera cala presto e il tramonto è uno dei più belli che abbia mai visto. Solitamente i molti turisti, ma anche i balinesi la sera si riuniscono sulla spiaggia per poter ammirare questo splendido spettacolo della natura, il rosso tramonto di Bali.

In questa lunga e grande spiaggia è molto difficile nuotare e anche se si sta in piedi fermi con l'acqua che arriva alle ginocchia, la corrente che si sente è davvero molto forte.

Vicino a Kuta troveremo la a spiaggia di ^^^^^ Tuban ^^^^^, alle spalle di grandi alberghi, molto simile ma molto meno frequentata.

^^^^^ Sanur ^^^^^ è una laguna tranquilla, ma la spiaggia non è granchè, e anche qui che a volte possiamo trovare delle alghe, e se siamo fortunati riusciamo anche a trovare una giornata con il mare calmo. Sanur, rimane comunque una delle spiagge più popolari per le famiglie balinesi.

La spiaggia di ^^^^^ Jimbaran ^^^^^ è piccolina e tranquilla, anche questa molto frequentata dai surfisti e dalle piccole barche a vela. L'unico peccato è che hanno costruito due grande e ricchi hotel il Four Season e l'Inter Continental Resort Bali.

Mentre la spiaggia di ^^^^^ Legian ^^^^^ è famosa per i residenti stranieri. Anche qui gli alberghi sono numerosi.

Ci sono anche altre spiagge degne di nota tra cui ^^^^^ Lovina ^^^^^, anche questa simile a Kuta, ma con un numero inferiore di turisti, la tranquilla ^^^^^ Soka ^^^^^, o la spiaggia di ^^^^^ Nusa Lembongan ^^^^^, dove partono delle barche turistiche che effettuano il giro dell'isola, mentre ^^^^^ Uluwatu ^^^^^ è conosciuta perché durante il tramonto possiamo vedere le scimmie giocherellone, vicino al famoso tempio, ma non dimentichiamo anche la spiaggia di ^^^^^ Padang Padang ^^^^^ e ^^^^^ Bingin ^^^^^ , una visita la meritano anche loro.


La spiaggia è anche rilassante e rimane sempre un luogo dove poter fare delle belle e lunghe passeggiate, oppure una bella nuotata osservando le onde e il reef, tutto questo ha pur sempre un suo fascino particolare.

Bellissimi sono i prahu o jukung, che sono le tipiche imbarcazioni dei pescatori, fatte con le vele triangolari solitamente colorate, costituite da uno scafo centrale con due bilancieri ai lati, queste imbarcazioni si possono anche noleggiare, in modo da poter andar alla scoperta di qualche bella laguna nascosta ai più.
In tutte le spiagge di Bali è molto facile vedere degli splendidi aquiloni alti nel cielo, questa è la loro patria, hanno forme particolarissime e inusuali, molto colorati e non sono solo i bambini a farli volare, ci sono anche molte persone di età adulta.





****** CIMITERO E VILLAGGIO DI TRUNYAN ******


Un luogo molto antico che merita una visita. Qui gli abitanti seguono ancora le loro vecchie usanze e tradizioni; la loro particolarità è che i loro defunti non vengono né cremati, né seppelliti, ma lasciati all'aria aperta a decomporsi, ecco perché questo luogo è diventato una meta turistica.





****** GOA LAWAH ******


E' situata nella parte est dell'isola, a pochi kilometri da Padangbai. Goa Lawah è famosa soprattutto per la grotta di pipistrelli, anche questi sono venerati dai balinesi.

I pipistrelli si nutrono di zanzare e di conseguenza loro li ritengono animali benefici.
E' infatti diventato un luogo di pellegrinaggio e al suo ingresso è stato costruito un sontuoso altare, dove come sempre vengono depositate le offerte votive.





****** LA FORESTA DELLE SCIMMIE - BUKIT - SARI ******


La foresta delle scimmie o Bukit Sari, si trova a ovest di Bali e a 20 Km da Denpasar. E' molto bella e molto particolare proprio perché qui le scimmie sono tante, furbe e soprattutto molto dispettose; ( qui noi siamo arrivati in moto, ed è stato molto bello percorrere queste strade, immersi nella verdissima e lussureggiante natura ) .

Questa è l'unica foresta di tutta l'isola dove troveremo grandi alberi di noce moscata, che arrivano fino a 40 mt d'altezza.

Quando entreremo dobbiamo star attenti a tutto ciò che abbiamo al collo o ai capelli, occhiali da sole e tutto ciò che riesce a brillare. Le scimmie sono oramai abituate all'uomo, sono molto veloci, ci saltano addosso e ci tolgono gli orecchini, la macchina fotografica, o ciò che trovano di colorato e di brillante e se lo portano via.

Se gli porgiamo le noccioline loro vengono a prenderle direttamente dalle nostre mani, poi però scappano subito, e cercano un luogo per andarsele a mangiare tranquillamente.

Una leggenda dice che sia proprio il re delle scimmie quello che scende per primo dai grandi alberi e per primo, sceglie.

All'interno di questa foresta si trova il Pura Bukit Sari, un tempio dove al suo interno possiamo vedere una bellissima statua di Garuda.





****** COMBATTIMENTO DI GALLI ******


A Bali il combattimento dei galli è un passatempo tipico e riscuote sempre molto interesse. La legge balinese attualmente vieta la possibilità di scommettere su questi galli combattenti, sono permessi soltanto per scopi religiosi o spirituali.





****** DANZE - BALLI RITUALI - ORCHESTRE ******


Ogni contadino a Bali è un vero e proprio artista, infatti già da piccoli sia ai bimbi che alle bimbe gli viene insegnata l'arte della danza, in più alle fanciulle viene anche insegnato l'arte dell'arrangiarsi i capelli, per le grandi rappresentazioni che si fanno nell'isola. Questi insegnamenti avvengono davanti a uno schermo tipo quello delle ombre e qui.... imparano quella magia che è il saper sognare.

Ogni manifestazione è sempre connessa a qualche credenza religiosa, ogni aspetto, ogni atto di vita quotidiana è legato alla fede.

Fumo d'incenso per poter purificare precede ogni danza, un segno per i demoni e per gli dei. Ogni atto è permeato da antiche regole ben precise.

Una delle danze è il ^^^^^ barong ^^^^^. In questa dolce danza le ragazze sono fasciate in stretti corpetti tutti colorati con una finezza estetica molto particolare, sul capo un'alta incoronazione di foglie e fiori tutto di color oro. I loro fianchi ondeggiano a destra e a sinistra, con delle inclinazioni rigide, movimenti veloci, a scatti, mentre le loro mani sono aperte facendo roteare i polsi davanti al viso. Un incanto, una vera meraviglia, queste ragazze sembrano delle vere dee.

Solitamente questi spettacoli popolari spesso sono ispirati a episodi del Mahabharata.

Molto folcloristico è anche il dramma del ^^^^^ Tjalong Arong ^^^^^, una particolare cerimonia dove vengono usati i kris, e vengono puntati ai petti dei danzatori; rimane pur sempre molto bella, in quanto alla fine la bontà prevarrà dalla cattiveria.

La danza non è statica o immutabile, infatti l'improvvisazione e le innovazioni individuali sono spesso ben accettate, come anche qualsiasi influenza straniera, a proposito di questo, il ^^^^^ kekak ^^^^^ o la danza delle scimmie, è una di quelle danze che quasi ogni turista che viene in quest'isola ha visto.

Per noi è un dei simboli di Bali, però dobbiamo sapere che ebbe origine solo negli anni '20 con la collaborazione di artisti straieri in occasione di un film su Bali.

Una danza che viene fatta da uomini seduti, basata su movimenti ritmici della testa, delle braccia e del busto, anche i canti sono ritmati, in modo da poter raggiungere lo stato di trance, mentre viene raccontata la storia del "Ramayana".

La più famosa orchestra indonesiana è quella del ^^^^^ gamelan ^^^^^.
Balli e accompagnamenti con questa orchesta se ne fanno in tutta l'isola, quindi è molto facile imbatterci in una di queste, è molto particolare e i suoi strumenti sono : metallofoni, xilofoni, tamburi e gong, ma anche flauti, strumenti a corda e voci.






****** TRASPORTI ******


Noi per visitare l'isola, tanto per cambiare abbiamo affrontato tutto da sole, senza alcuna gita organizzata, o tour vari.

Io non amo i villaggi turistici, i viaggi organizzati,le guide e non voglio essere dipendente da qualcuno nei miei spostamenti.
Abbiamo affittato delle moto o per meglio dire qualcosa che assomigliava ai nostri scooter, siamo partiti in gruppo, ecco perché per noi è stato facile riuscir raggiungere questi luoghi nelle ore migliori.

Anche quelle poche indicazioni stradali che vi erano nell'isola sono abbastanza chiare, noi infatti siamo riusciti a non sbagliar mai strada.

Se vogliamo possiamo anche affittare un taxi, ma dobbiamo obbligatoriamente ricordarci di contattare il prezzo prima di salire, altrimenti ci chiederanno un prezzo decisamente alto.

Anche affittare una macchina, è una cosa semplice, ma non aspettiamoci strade larghissime, almeno quando ci sono andata io non c'erano e molte erano anche sterrate, ora, con il turismo che avanza, sicuramente avranno migliorato.

Importante è ricordare che per guidare un'auto dobbiamo avere la patente internazionale, infatti la patente italiana, non basta, e poi bisogna far attenzione agli incidenti... senza patente l'assicurazione viene a mancare, e lì sono guai.






****** VALUTA E CAMBI ******


E' un luogo dove si possono fare ottimi acquisti a buon prezzo.

La rupiah indonesiana è la moneta locale e attualmente vale circa 0.0001 Euro.

Come in tutta l'Indonesia e il Sud-Est asiatico quando dobbiamo cambiare i soldi, facciamolo esclusivamente nei cambi autorizzati, gli altri solitamente applicano dei tassi molto più alti, e controlliamo subito che i soldi siano giusti, evitando così dei brutti inconvenienti.






****** COSA COMPRARE ******


Qui possiamo trovare delle bellissime collane in perle di vetro, di vari colori, oppure in pietra fossile.

C'è un luogo Celuk che è la patria dell'argento, qui possiamo trovare numerosissimi negozi dove scegliere i gioielli, gli anelli e gli orecchini sono molto particolari e belli... qui si possono fare degli ottimi acquisti e troveremo delle ottime e valide occasioni a buon mercato.

Svariati sono i batik dipinti su tela di cotone, ma si possono trovare anche molti bei pezzi d'artigianato, tipo i kris. Sono fatti in nichel meteoritico e ferro, si dice che i più famosi e i più antichi abbiano dei poteri magici e persino una personalità, qui se ne possono trovare parecchi e anche buon prezzo.

Bellissime le cerbottane, tutte lavorate finemente, fatte in osso, e ancora le marionette giganti variopinte (anche se a me queste mettono un po' d'ansia), o le classiche maschere caccia spiriti, che si mettono all'ingresso della casa.

Straordinarie le statuine e qualsiasi oggetto fatto in legno finemente decorate e colorate, se ne può trovare per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Ma anche gli incensi... qui si può fare una bella scorta, ( io in quest'occasione ne ho comprati così tanti che ne ho ancora adesso, dopo tutto questo tempo ) senza parlare dei sarong o parei, i prezzi qui sono davvero bassi e se ne possono trovare di tutte le varietà.

Ma possiamo trovare anche capi abbigliamento e perché no... un bellissimo aquilone.
Insomma, qui la scelta è molto ampia, basta solo aver lo spazio nello zaino o nella valigia, per trasportar i nostri acquisti.

L'unica cosa che vi consiglio è che bisogna sempre contrattare, su qualsiasi cosa, soprattutto se si è turisti alla ricerca di qualche ricordo da portarsi in Italia.





****** QUANDO ANDARE ******


Siamo pur sempre vicino all'equatore e il periodo di secca è tra maggio e settembre, mentre le piogge arrivano dei mesi che vanno da ottobre a aprile. Noi ci siamo andate in Agosto ed è stato bellissimo, soltanto due giorni di acquazzoni.

La temperatura mediamente si aggira intorno ai 26°





****** IL FUSO ORARIO ******


Ci sono sei ore di differenza dall'Italia, in anticipo.





****** LA LINGUA ******


La più parlata è la lingua Bahasa, derivante dall'antico Malay.

L'inglese è parlato quasi ovunque, altrimenti si può provare con il francese, in ogni caso secondo me quando ci vuol far capire ci si riesce... noi non abbiamo avuto alcun problema di lingua.





****** CIBO ******


I locali sono moltissimi, dai ristoranti tipici, ai classici piccoli locali indonesiani dove si può gustare il vero cibo del posto.

Abbiamo comunque l'imbarazzo della scelta soprattutto a Kuta, Qui possiamo trovare anche la cucina italiana, ovviamente io consiglio sempre di provare i cibi del luogo proprio per riuscire ad apprendere quanto di più si può di questa cultura.

La cucina è tipicamente orientale basata sul riso, che viene chiamato nasi, lo zenzero e il peperoncino piccantissimo loro lo usano praticamente ovunque.

Il piatto tipico è il nasi goreng, riso bollito, saltato in padella con verdure e manzo o pollo, oppure con pesce e uova, altrimenti solitamente ti fanno un pesce cucinato intero sulla brace avvolta in una buccia di banana.
Ricordo una sera in un ristorante, a fianco a noi vi era una famiglia di italiani con dei figli, hanno ordinato una pizza, (.. e io .. già mi dicevo... ma come si fa a ordinare una pizza a Bali??? ), quando poi è arrivata loro si lamentavano in quanto questa non era buona. Ma come si può pensare di andare dall'altra parte del mondo, ordinare una pizza e trovarla buona??? Mi sembra assurdo, ogni luogo ha i suoi buoni piatti tipici, non vedo perché noi non dobbiamo assaggiarli.....

Io che sono vegetariana, mi facevo togliere la carne e soprattutto l'uovo, che loro mettono quasi ovunque.

Altro piatto tipico sono i noodles, dei sottili spaghetti di riso bianco / trasparenti, piegati in due sulla sua lunghezza, che vengono cucinati con verdure, pesce o carni.

La cosa più buona secondo me è la frutta, qui è davvero molto varia, tipiche sono le insalate di frutta fatte con mango, le buonissime bananine, ananas, papaja e altri frutti tropicali.





****** LA GENTE DEL POSTO - RELIGIONE E COSTUMI ******


I balinesi hanno un tenacissimo senso della loro identità, sono infatti gli unici in tutta la grande Indonesia a professare la religione induista, mentre nel resto la religione è musulmana.

I contadini coltivano soprattutto il riso, e i campi vengono ordinatamente gestiti dalle varie associazioni subak, mentre vicino al mare si raccolgono le madrepore, molto apprezzate per le collane e per i cammei.
Le persone sorridono sempre, sono sempre gentili e molto affabili, ma facciamo attenzione, anche perché noi siamo sempre turisti e loro sono pronti a tutto, pur di spillarti i soldi, cerchiamo di essere sempre molto prudenti.

Anche se devo dire che noi abbiamo conosciuto dei ragazzi indonesiani, di Java siamo diventati molto amici e non abbiamo avuto alcun tipo di problema, loro si sono sempre comportati correttamente con noi, in questo modo abbiamo anche avuto l'occasione di conoscere meglio e direttamente il popolo balinese.

Una delle cose che mi ha fatto molto pensare di questo stato Indonesiano è il loro motto : Unità nella diversità. L'Indonesia si basa sulla convivenza, sulla diversità culturale e sulla varietà delle religioni esistenti, a ragion di ciò non è uno stato islamico anche se gli abitanti sono in prevalenza musulmani, ma le diverse religioni e la fede nell'unico Dio sono alla base di questo stato. .....

Quanto e quanto dobbiamo imparare da questi semplici pensieri....

Se tutti la pensassero così il mondo sarebbe decisamente migliore.






****** ASSISTENZA SANITARIA ******


Per quanto riguarda l'assistenza sanitaria non so dirvi molto, anche perché noi fortunatamente non ne abbiamo avuto bisogno. Durante le nostre escursioni in giro per l'isola ho visto qualche piccolo ospedale, ma quello che ricordo è che era tutto molto piccolo, insomma non mi sembrava molto all'altezza, esistono comunque delle strutture private, che sicuramente saranno molto care.





****** PER CONCLUDERE ******


Purtroppo so che il turismo di massa ha notevolmente modificato quest'isola, come tante altre, ora mi hanno detto che attualmente gli alberghi sono ovunque, il suo numero è sempre in ascesa. In questo modo si distrugge anche la barriera corallina, pensate che qui i coralli vengono usati per farne materiale di costruzione.

Qualche anno fa ci sono stati anche alcuni attentati terroristici, io comunque penso che sia un luogo da visitare senza alcuna paura, secondo me se deve accadere qualcosa, ci capiterà sia se siamo a Bali, sia se siamo sotto casa.


Quando ci siamo andate noi era così : un luogo tranquillo, bellissimo, con una vegetazione lussureggiante e una dolcissima popolazione. Sarà forse anche perché era il nostro primo viaggio in Indonesia, eravamo giovani e con tanta voglia di divertirci e di conoscere il mondo.
In ogni caso sono convinta che se dovessi tornare, quest'isola riuscirà a regalarmi ancora tante belle emozioni.


Non ho nulla di negativo da poter dire su questa fantastica isola, cerchiamo di apprendere le cose più belle che riesce a donarci.. sicuramente ciò che ci può regalare è un ricordo indimenticabile, con un fascino unico al mondo, un vero mix di arte, cultura e natura.

mercoledì 22 settembre 2010

.. Il Mausoleo di Ho Chi Minh.... Il Tempio del Comunismo.....

Il Mausoleo di Ho Chi Minh è una delle tante attrazioni artistico culturali di Hanoi, capitale del Vietnam,  così quella mattina, dopo aver fatto una abbondante colazione decidiamo di andar a visitare il complesso di Ho Chi Minh.

Noi, come al solito ci siamo arrivati a piedi perché riteniamo che così si vedano molte più cose, si entra nel vivo della città, anche se è indubbiamente più faticoso.
Apro una parentesi, il traffico in tutto il Vietnam e maggiormente nelle grosse città: un caos totale rispetto ai nostri canoni.
Mi spiego meglio: il pedone non è rispettato, motorini a centinaia, passano ovunque, in contromano, senza rispettare i semafori, sui marciapiedi.
Il pedone quando attraversa la strada rischia di venir investito, perché deve scansare i motorini, i quali suonano in continuazione. Dopo una giornata così il mal di testa è assicurato.
Le strisce pedonali esistono, ma non contano assolutamente nulla, nessuno si ferma, anzi se non ti sposti ti vengono addosso, infatti a me è venuta addosso una bici che arrivava in senso contrario e a mio marito un motorino, e loro ovviamente credono anche di avere ragione.
Anche camminare sul marciapiede non è una cosa semplice perché loro per prassi parcheggiano i motorini, e quando c’è spazio a sufficienza, oltre a passare anche sulla strada, i motorini viaggiano direttamente sul marciapiede.
Insomma, il pedone non ha nessun valore, anzi se potessero lo avrebbero già annientato, nel vero senso della parola.
Notare inoltre l’uso dei motorini: solitamente sono in 4 o 5 persone sopra,bimbi compresi e trasportano anche le  merci,  dai frigoriferi a casse d’acqua o animali vivi.  Solitamente il guidatore e il passeggero hanno un caschetto in testa, mentre i bambini quasi mai. Quando invece i motorini sono parcheggiati riescono ad usarlo come giaciglio per dormire,  tanto loro sono piccolini e magri, quindi ci stanno e sembrava che fossero anche comodi.
Tornando al mausoleo, dopo un’ora di cammino in questo caos, arriviamo nei pressi di un’area molto vasta: piazza Ba Dinh.
Il mausoleo è al centro, e qui Ho Chi Minh il 02 settembre 1945 lesse la dichiarazione d’indipendenza dando inizio alla Repubblica Democratica del Vietnam.
Tutta la zona è tirata a lucido ed è presidiata, proprio l’opposto di ciò che si trova nelle altre parti della città e in tutta l’intera nazione.
La struttura è un monumentale edificio alto circa 22 metri, con una lunghezza di circa 42 metri, costruito utilizzando del granito grigio e marmo, sulla facciata si legge chiaramente la scritta  Ch tch H Chí Minh”   che significa “Presidente Ho Chi Minh” .
Di fronte a questa costruzione c’è un’alta asta portabandiera che misura ben 25 metri dove sventola la bandiera rossa con la classica stella gialla.
L’architettura è  ispirata al mausoleo  di Lenin e Stalin che si trovano a Mosca, hanno solo aggiunto alcuni elementi che fanno parte dell’arte e della cultura vietnamita.
Il mausoleo è interamente dedicato al leader più amato e il più venerato di tutto il Vietnam : Ho Chi Minh, chiamato amichevolmente anche zio Ho, che è stato colui che ha liberato il popolo vietnamita  dal colonialismo.
Il tetto e il peristilio dovrebbero evocare una sala comune tradizionale o un fiore di loto, ma io non sono riuscita a immaginarmi nulla di tutto ciò,  mi sembrava un cubicolo di cemento con l’aggiunta di colonne, lo splendido fiore di loto proprio non sono riuscita a vederlo, anche mettendo tutta la mia fantasia.
Qui nelle viscere dell’edificio ci sono le sue spoglie e il suo corpo è stato imbalsamato. Lo spettacolo sinceramente lo giudico anche abbastanza macabro, infatti possiamo vedere il suo corpo  in una bara di vetro poco illuminata con i capelli striati di bianco e vestito in uniforme, il tutto molto militaresco.
All’interno della costruzione i colori predominanti sono il grigio, il nero e il rosso.
Ogni anno la salma viene mandata in Russia per tre mesi  da settembre a dicembre per le dovute “manutenzioni” e il mausoleo in questo periodo rimane chiuso.
All’interno del mausoleo non è possibile scattare fotografie, i visitatori devono lasciare le borse, gli zainetti, i cellulari in un bancone che è posto poco dopo l’entrata, e così abbiamo dovuto fare anche noi.
In questo mausoleo di sono alcune regole che bisogna seguire in maniera molto rigida, infatti non si possono indossare pantaloni corti, canottiere o simili, praticamente non si può entrare  con le spalle scoperte, all’interno del mausoleo non si può introdurre nulla, ma dobbiamo lasciare tutto all’ingresso. Bisogna inoltre mantenere sempre un atteggiamento composto, non si può né ridere, né parlare, è vietato tenere le mani in tasca e bisogna togliersi il cappello, vi basta tutto ciò?
Il luogo è frequentato soprattutto dai vietnamiti che vengono qui in un vero e proprio pellegrinaggio, portando con se anche dei fiori da donare. La fila è  a due a due, sempre abbastanza
 lunga e solitamente raggiunge un centinaio di metri fino all’ingresso dello stesso, qui tutti sono in estremo silenzio e soprattutto nessuno ride.
Vicino al mausoleo c’è anche una postazione dove ci sono in fila una decina di rubinetti dove poter dissetarsi nelle lunghe file sotto il sole cocente, ci sono anche i  bicchieri di plastica, non quelli usa e getta che conosciamo noi, quelli non c’erano, praticamente si beve, si sciacqua e lo si lascia lì, a disposizione delle altre persone che vogliono dissetarsi, io non ho bevuto anche perché mi porto sempre la bottiglietta d’acqua.
 
Rubinetto di acqua potabile
L’ atteggiamento  dei visitatori vietnamiti è quello di profondo rispetto e ammirazione, io non ho mai visto un atteggiamento simile in nessun altro luogo al mondo,  senza contare che la scuola non fa altro che idealizzare ancora adesso l’ideologia comunista, in modo da enfatizzare le sue imprese e i suoi successi.
Tutto intorno e all’interno del mausoleo ci sono moltissime guardie con le loro candide e perfette uniformi bianche mentre al suo interno le guardie sono sistemate a cinque passi di distanza l’una dall’altra.
Il mausoleo è stato costruito contrariamente al volere di Ho Chi Minh, che voleva essere cremato e aveva scelto lui stesso questo tipo di sepoltura, proprio perché lo riteneva più igienico.
Però il suo successore non volle rispettare le sue volontà, costruendo e imbalsamando il suo corpo.

Guardia in uniforme bianca
I lavori per la costruzione del mausoleo sono iniziati il 2 settembre 1973 e sono terminati il 29 agosto 1975, mentre le materie prime sono state fatte arrivare da tutto il Vietnam.
 Il mausoleo è aperto dal martedì al giovedì dalle ore 8 alle ore 11, l’ultimo ingresso solitamente è intorno alle ore 10.15.
Intorno al mausoleo possiamo vedere moltissime guardie, tutte in perfetta e linda uniforme  bianca. Le guardie sono sempre attente e controllano tutto ciò che succede intorno.
Pensate che passando sul retro del mausoleo, ho visto una turista giapponese  che si era seduta su uno scalino di un viale all’aperto per scattare una fotografia, subito la guardia l’ha richiamata con il suo fischietto, facendo segno di alzarsi, tutto ciò non era rispettoso nei confronti del venerato zio Ho.
All’interno del vasto complesso oltre all’importante Mausoleo, c’è anche il Museo di Ho Chi Minh (anche qui è proibito entrare con la macchina fotografica e con lo zainetto), qui ci sono numerose fotografie e numerosi oggetti appartenuti a Ho Chi Minh e altri che ricordano la sua vita.
Questo museo lo riconoscerete subito perché è un grande edificio in stile sovietico, dove c’è una grande bandiera con il classico simbolo della falce e del martello.  
Oltre a tutto ciò c’è anche sia la famosa Pagoda su una sola colonna, chiamata anche Chua Mot Cot, un piccolo tempio buddista dove regolarmente si svolgono le cerimonie e si recitano le preghiere che la palafitta di Ho Chi Minh  dove visse per alcuni periodi tra il 1958 e il 1969.  Questa è un’abitazione simile a quelle che si trovano nella campagna vietnamita ed è rimasta esattamente come lui l’ha lasciata. Per ultimo c’è il Palazzo Presidenziale, costruito nel 1906 nel classico stile coloniale in color ocra. Questa costruzione un tempo era  la residenza del governatore generale dell’Indocina, oggi invece viene usata per i ricevimenti ufficiali.
Quando il cancello è chiuso non ci si può neppure avvicinare per scattare una fotografia, non te lo permettono, ti fischiano subito con il fischietto e ti fanno subito allontanare, come è successo a me, chissà poi quali paure anno.
Il luogo è  degno di nota e a mio parere anche curioso, soprattutto per noi occidentali che non abbiamo conosciuto il comunismo così da vicino.
Alla vista di tutto ciò e del comportamento attuale che hanno i vietnamiti, una domanda mi sorge spontanea: ma Ho Chi Minh sarebbe contento del Vietnam che è divenuto ora?

lunedì 20 settembre 2010

...Meteora.. sospesa tra cielo e terra.....

Qui vi raconto di un luogo molto particolare, situato in Grecia, si trova al margine nord ovest della pianura di Tessaglia, non distantissimo da Joannina, più precisamente Meteora....ne avete mai sentito parlare?

ll nome Meteora significa : "che sta in alto nell'aria".

Innanzitutto vi dico che non è un luogo frequentato dai soliti turisti, qui c'è qualcosa in più...è un piccolo tuffo nella spiritualità antica e più
precisamente in quella ortodossa, un ritorno al monachesimo, al silenzio e alla meditazione.

Ci si arriva percorrendo una strada tutta curve, e mentre si sale, lo spettacolo è mozzafiato.

Sembra di essere su un altro pianeta tanto è l'originalità del panorama.

Questo è un luogo mistico, lo si percepisce subito ed è costituito da un insieme di torri di pietra naturali, rocce grigie e levigate che sembrano sospese nell'aria, in bilico tra il cielo e la terra e sopra alcuni di questi picchi, sono stati straordinariamente costruiti dei monasteri..a guardarli ti vengono persino le vertigini...

Meteora è formata da sei monasteri, ancora perfettamente funzionanti e prendono il nome di : Agios Stefanos, Agia Triada, Gran Meteora, Varlaam, Roussanou e Agios Nikolaos, vi è anche un settimo che invece è oramai disabitato. Nei secoli passati queste aspre rocce ne ospitavano altri quindici, purtroppo ora sono in rovina e non più visitabili..ma alcuni di loro si possono ancora scorgere percorrendo la strada da/per Kalambaka.

Queste le particolarità dei principali monasteri:

Il Monastero di Agios Stefano, pensate, risale al 1192,
mentre quello di Agia Triada, risale al 1476 ed è di dimensioni più contenute rispetto al precedente.

Il monastero di Gran Meteora è quello costruito sulla roccia più alta, che arriva fino a 613 mt s.l.m. ed è un capolavoro dell'arte bizantina.

All'interno vi è Il grande refettorio che attualmente è stato trasformato in un museo e custodisce croci, icone, paramenti sacri, miniature e sigilli.

Il monastero di Varlaam risale invece al 1350 e prende il nome dal monaco che lo costruì, la particolarità è che una volta i visitatori venivano issati tramite un argano con delle funi e dondolando nel vuoto arrivavano fino a 373 mt di altezza,oggi fortunatamente lo si può raggiungere con 200 scalini.

Il monastero di Roussanou, è stato fondato nel 1288, quest'ultimo era collegato al mondo esclusivamente attraverso una serie di scale a corda.
Per ultimo quello di Agio Nikolaos è particolare perché costruito sullo stretto sperone roccioso e si sviluppa in senso verticale, era abitato da 10 monaci.

I sei monasteri sono aperti al pubblico, ma io non ci sono potuta entrare per via dell'orario, in ogni caso la sensazione che ho provato quando ho visitato quei luoghi era qualcosa di impalpabile, di assolutamente mistico, un assoluto senso di fede, di sacralità e un piacevole silenzio tutto intorno a noi.

Alla vista di questi eremi viene da pensare e anche un po' comprendere quale fosse il risultato della scelta della vita monastica, cosa volesse veramente dire rinchiudersi al di fuori del mondo, da soli, per dedicarsi principalmente alla ricerca spirituale.

Alcuni di questi monasteri sono collegati al mondo che vi è di sotto, solo attraverso una serie di scale a corda, oppure con argani e carrucole...tempo fa sia il cibo che tutto ciò che serviva per la sopravvivenza dei monaci era trasportato esclusivamente attraverso l'uso di questi mezzi arcaici e anche un po' precari.

Personalmente in questo luogo spettacolare, ci sono finita per puro caso 2 anni fa mentre viaggiavamo verso Igoumenitsa per prendere il traghetto di ritorno verso l'Italia.

Quando siamo arrivati erano circa le 5 del mattino.
Avevamo viaggiato alcune ore su un traghetto dalle Sporadi verso la terraferma, successivamente avevamo precorso il tragitto da Volos verso Kalambaka in moto.

Quando siamo arrivati, ero praticamente stanchissima a seguito della notte in bianco e dallo sballottamento del traghetto e della moto, ma probabilmente l'orario mi ha fatto apprezzare molto di più questo luogo quasi unico al mondo...

Abbiamo visto sorgere il sole, in mezzo a queste rocce fantastiche e il silenzio era tutto intorno a noi...eravani soli, non vi era nessun altro, a parte qualche grifone, o più precisamente del gipeto, che è un bellissimo rapace che vive da quelle parti, ...non vi era neppure nessun turista (forse anche x questo motivo l'ho apprezzata così tanto) loro sono arrivati intorno alle 9,30 del mattino...

Questo è un luogo davvero particolare, non adatto a turisti chiassosi, ma per chi cerca qualcosa di diverso, di spirituale e di mistico.